«Verità del corpo» Convegno di Cividale del Friuli 6-8 settembre 2007

Dal 6 all'8 settembre u.s. si è svolto presso il Centro San Francesco di Cividale del Friuli (Udine) il XXI Convegno Nazionale di Filosofia dell'A.D.I.F. (Associazione Docenti Italiani di Filosofia) dedicato al tema "Verità del corpo", organizzato in loco dalla Segretaria Nazionale Paola Gasparutti e dal prof. Giuseppe Schiff.
Il Convegno che ha avuto come partner organizzativo il Convitto nazionale "PAOLO DIACONO" di Cividale del Friuli e gli Istituti di Istruzione Secondaria ad esso annessi è stato riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Dirigenza Scolastica del Friuli Venezia Giulia quale attività di aggiornamento per il personale docente della Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di primo e secondo grado.

La valenza scientifica del convegno e delle tematiche in esso affrontate ha fatto sì che l'Amministrazione Regionale del Friuli Venezia Giulia, l'Amministrazione Provinciale di Udine, la Civica Amministrazione della Città di Cividale del Friuli e la Comunità Montana del Torre Natisone e Collio patrocinassero l'iniziativa che è stata resa possibile grazie al contributo della Banca di Cividale s.p.a. Come nei precedenti convegni tenutisi nella prima capitale longobarda nel 1992 e nel 2003, l'A.D.I.F. ha potuto contare, per la positiva riuscita del Convegno, sulla collaborazione della Parrocchia di Santa Maria Assunta di Cividale del Friuli che ha messo a disposizione i locali del Centro San Francesco e della Accademia Musicale-Culturale "HARMONIA" che ha tenuto, venerdì 7 settembre 2007, un concerto per coro e orchestra nella trecentesca chiesa di San Francesco.

L'assise congressuale è stata aperta dall'intervento del Sindaco di Cividale del Friuli, dott. Attilio Vuga, a cui è seguita la relazione introduttiva del Presidente della Associazione, prof. Aniceto Molinaro (docente presso l'Università del Laterano di Roma) che ha centrato il suo contributo su "La metafisica della corporeità".

Dall'intervento introduttivo del professor Molinaro è emerso che il problema della relazione dell'io con il corpo trova numerose interpretazioni nel corso della storia della filosofia, le quali si differenziano nel significato attribuito al senso dell'avere un corpo.
Se la menzionata relazione trova presso Aristotele uno svolgimento duale elaborato sulla base del binomio materia e forma, potenza e atto, nell'ambito della filosofia moderna il rapporto io-corpo assume una coloritura dualistica, in cui rimane sullo sfondo il senso della relazione tra i due termini.
Nel panorama filosofico contemporaneo G. Marcel indaga fenomenologicamente il senso della relazione, evidenziando il carattere misterioso tra io e corpo: se io non sono il corpo, pur sempre non posso affermare che esso non sia me.
Questo punto viene sviluppato dal filosofo francese in direzione dell'elaborazione del mistero dall'essere, così che viene svincolato dai limiti di una semplice antropologia, ma con ciò emerge pure che la riflessione ontologica marceliana rimane in un contesto diaristico-fenomenologico.
Il problema del rapporto io-corpo, secondo il prof. Molinaro, può trovare adeguata comprensione solo alla luce della sinergia – necessaria nel dire metafisico- ontologico – tra elemento fenomenologico e quello logico.
Alla luce di questa sinergia la dottrina tomista si rivela particolarmente fruttuosa per la chiarificazione del tema oggetto d'indagine: l'uomo è determinato spiritualmente; questa determinazione attua e contiene tutte le determinazioni psichiche, corporee, così che lo spirito è umano in quanto implica pure la dimensione della corporeità.

A quello di Molinaro è seguita la relazione del Prof. Paolo Miccoli dell'Università Urbaniana di Roma che ha dedicato il suo studio alla seguente tematica: A partire dal "corpo proprio".
Salute e malattia quali istanze etiche del comunicare.
L'approccio fenomenologico al tema della salute e della malattia tende a evidenziare quelle che sono le istanze che emergono dalla persona e dal corpo personale a monte di una procedura scientifico-descrittiva autoreferenziale.
Nella misura in cui il linguaggio è espressione dello stato psicosomatico dell'individuo, esso assume una valenza etica quale espressione della personalità, la quale non va scissa e astratta dalla dimensione della corporeità.
Nel momento in cui il nostro corpo si duplica nell'intenzionalità e si determina come ambito di significati, esso diventa propriamente umano e si arricchisce di significati umani all'interno delle relazioni interpersonali.
Conseguentemente nella prospettiva fenomenologia, che consente una adeguata analisi della realtà psicosomatica, è possibile acquisire famigliarità con il corpo, sia nel bene che nel male.

Venerdì 7 è stata una giornata densa di contributi.
Nella mattinata le relazioni sono state quelle del Prof. Vittorio Luigi Castellazzi della Università Pontificia Salesiana di Roma e del Prof. Giovanni Salmeri dell' Università Tor Vergata di Roma.
L'intervento del prof. Castellazzi, intitolato Verità del corpo – verità della psiche.
Una lettura psicanalitica, ha voluto evidenziare come nella società attuale si assista a una esaltazione del corpo, a un tentativo estremo di oggettivarlo, di esporlo, di assolutizzarlo, fino al punto da concepirlo come un oggetto perfezionabile, aggiustabile, da sottrarre al decadimento e alla morte.
Dietro questo fatto si nasconde una psiche debole che cerca nel corpo l'attestazione e la certezza del proprio esistere.
In questo quadro però il corpo stesso viene visto come oggetto da manipolare, diventa qualcosa di inessenziale, da cui fuggire, come accade nel mondo virtuale.
La psicanalisi si muove su un terreno in cui viene superata la dicotomia psiche corpo; quest'ultimo diventa vivente, espressione di vissuti psichici, così che psicanaliticamente diventa possibile analizzare le modalità in cui viene alla luce il disagio verso il proprio corpo collegandole al disturbo psichico.
Il corpo è espressione della psiche e la psiche si manifesta mediante il corpo.

Il contributo del prof. Salmeri è stato dedicato a lo specchio della natura.
Il corpo tra filosofia e teologia.
Secondo Salmeri nella tradizione filosofica occidentale il corpo ha avuto un posto di rilievo o, meglio, più che il corpo in sé considerato, il processo di identificazione dell'io con il corpo.
Tale questione, fin da Platone, non si risolve semplicemente in quella del rapporto tra appropriazione ed estraneità della psiche al corpo, ma investe la stessa questione del singolo, della sua genesi, delle sue radici nella stessa verità.
Nella filosofia greca il corpo diventa un prisma per concettualizzare il rapporto dell'uomo con la natura; questo ha luogo anche nel Cristianesimo che, rispetto alla filosofia greca, rende più complesso e poliedrico il concetto di Natura.
Nella seduta pomeridiana la professoressa Giorgia Salatiello dell'Università Gregoriana di Roma ha incentrato il suo intervento sulla Verità della differenza sessuale.
A dire della studiosa una riflessione sulla differenza sessuale implica la realtà di tale differenza, dove l'analisi di detta realtà non può fermarsi né nel semplice evidenziare la naturalità della distinzione uomo-donna né nella sua semplice lettura in chiave socio culturale, ma deve indagarla alla luce del nesso tra natura e cultura e quindi leggerla all'interno dell'antropologia filosofica.
Corpo e spirito, natura e cultura non sono dualisticamente distinti, ma nell'uomo si intrecciano essenzialmente.
E' nella natura umana, costituita dall'intreccio di materia e spirito, anima e corpo, natura e cultura, che l'uomo e la donna si differenziano; tale differenza però non è un qualcosa di accessorio rispetto alla definizione di uomo, ma è il modo di attuazione concreto dell'umanità.
Rispetto a differenze linguistiche, culturali, sociali, nella differenza sessuale si esprimono due modalità originarie concrete dell'umanità che escludono la reciproca assimilazione e l'omologazione.
In questo modo vengono in chiaro i presupposti per un pensamento della relazione tra uomo e donna che se da un lato esclude l'omologazione e la subordinazione di uno all'altro, dall'altro non esclude la relazione reciproca; anzi, in quanto diversi l'uomo e la donna si rapportano l'uno all'altro.
A conclusione della seduta pomeridiana della seconda giornata del convegno la professoressa Maria Teresa Russo, del Dipartimento di Antropologia ed Etica Applicata.
Università "Campus Biomedico" di Roma, ha trattato il tema La salute del corpo tra antropologia e bioetica.
Bioetica e scienza biomedica non sono in conflitto.
Una concezione che veda i due termini in questione come semplicemente opposti, assegnando alla bioetica il semplice compito di censore rispetto ai possibili progressi illimitati della scienza biomedica, fa astrazione da una effettiva analisi della corporeità.
In questo contesto un ruolo di primo piano lo assume l'antropologia, come riflessione sul "chi è l'uomo", dal momento che inserisce la dimensione della corporeità in una concezione integrale della persona.
Sulla scorta dell'antropologia è possibile vagliare criticamente alcune attuali sovrapposizioni e confusioni semantiche, soprattutto in riferimento alla nozione di salute e di qualità della vita da un lato e al concetto di corpo come meccanismo perfettibile, riparabile e riproducibile.

Accanto alle relazioni menzionate il tema della corporeità è stato trattato in diverse comunicazioni da angolazioni filosofiche, storico-filosofiche, psicanalitiche e neuropsichiatriche (Calogero Caltagirone, «Avere» ed «essere» corpo.
Il contributo neuroscientifico di Antonio R. Damasio; Valentino Ceneri, Il problema epistemologico delle scienze neurologiche e psicologiche; Alfio Fantinel, Corpo e verità nel pensiero di Maurice Merlau-Ponty; Josè Angel Lombo, Il corpo umano fra natura e cultura; Aristotele, Tommaso d'Aquino, Arnold Gehlen; Giuseppe Natoli, L'uomo nella sua dimensione psicosomatica, secondo la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL)), nonché in lavori di gruppo in cui i docenti presenti hanno scambiato le proprie esperienze didattiche e metodologiche e hanno formulato percorsi didattici incentrati sul tema della corporeità.
Altre comunicazioni non lette ma presentate durante i lavori del convegno saranno comunque inserite negli atti che saranno al più presto pubblicati.
Una particolare segnalazione meritano i lavori di ricerca presentati dagli alunni del liceo scientifico parificato "GASPARE BERTONI" di Udine che hanno presentato, assieme al loro docente prof. Paolo DEL POZZO, una raccolta di riflessioni del pensatore friulano Cornelio FABRO sul tema della corporeità, frutto della attività didattica dell'anno scolastico 2006-2007 e che si inserisce, dall' Anno Scolastico 2005-2006, in un più ampio progetto editoriale internazionale finalizzato alla pubblicazione dell'Opera Omnia di Cornelio Fabro, filosofo, docente universitario, sacerdote stimmatino, nato nel 1911 a Flumignano (Udine) e spentosi nel 1995.
Gli studenti del Liceo Scientifico interno al Convitto Nazionale Paolo Diacono hanno presentato, assieme al loro docente prof. Gianpaolo TERRAVECCHIA, una indagine, svolta nel corso dell'Anno Scolastico appena concluso, su "La natura dell'amore".
Gli studenti del Liceo Socio-Psico-Pedagogico di San Pietro al Natisone annesso al Convitto Paolo Diacono, seguiti dalla loro docente prof.ssa PAOLA FURLAN, hanno presentato una ricerca interdisciplinare sul tema "la paura, verità del corpo".
Gli studenti dei tre Istituti, assieme ai loro docenti, hanno messo in luce non solo il contenuto della loro ricerca, ma anche le metodologie e i tempi di studio e di lavoro di ricerca che hanno permesso loro di presentare ad un pubblico di docenti universitari, di docenti di istituti superiori e di cultori di filosofia il frutto maturo delle loro ricerche.